
LUCCIO ZUCCHETTI:I 75 MINUTI PIU’ LUNGHI DELLA MIA VITA
Non è andato a Cesena, del resto quando si gestisce un campeggio e un villaggio vacanze, il primo week-end di settembre è ancora di quelli “tosti”. Quindi il Campionato Europeo Luccio Zucchetti, proprietario di Dimitri Ferm, se lo è visto nel mezzo del lavoro. Ma ovviamente al momento del “luci accese” qualsiasi strumento di lavoro è caduto, qualunque questione è rimasta in sospeso. Chi è proprietario sa bene quel che accade in quei momenti: la testa che viaggia assieme al count down; si affrettano i tempi per non farsi cogliere impreparati al momento dello “zero”. Poi si va in corsa assieme al cavallo…
“Tutto vero, mi sono messo davanti alla Tv pochi istanti prima della prima batteria, ma sapevo già come sarebbe andata a finire. Con i miei soci, l’allevatore Canavesio, Mauro Baroncini e il comune amico Renato Mercuri, visto il sorteggio, avevamo già stabilito che avremmo tentato il tutto per tutto nel secondo hit. Così è stato anche se devo dirti che dopo qualche metro la paura di poter finire la corsa chiusi, senza poter correre, c’era tutta. Già mi sembrava di sentirli i miei amici dire che forse non era la corsa giusta, che avremmo potuto scegliere un altro programma, ma se è vero che la fortuna aiuta gli audaci è anche vero che la devi anche andare a prendere. Quindi con un cavallo in forma stratosferica come era lui, era giusto rischiare le tre prove. Poi c’è stato l’errore di Bepi Bi, si è aperto lo spazio per venire all’esterno e in quel momento è cambiato tutto…”
Probabilmente quell’ora e un quarto che è trascorsa tra la vittoria nella batteria e la partenza della finale è stata una delle più lunghe della storia per Luccio Zucchetti…
“E’ vero, non sapevo cosa fare, ho cercato di distrarmi pensando a qualche cosa di lavoro, ma il pensiero poi andava sempre li: alla race Off. Ho sentito un po’ tutti, chi era titubante sul numero, chi non credeva potessimo andare davanti insomma quel momento sembrava non arrivare mai.”
E poi?
“E poi è arrivato il momento. E’ stato davvero bravo in quest ‘occasione Marco Stefani. Dopo Cagnes sur Mer lo avevo un po’ criticato, ma stavolta ha azzeccato tutto e soprattutto non si è fatto prendere dall’emozione, lui che disputava la finale davanti al pubblico di casa. Si lo so, ci sono state polemiche sul fatto che lui abbia scelto di partire un po’ largo. Non voglio entrarci e non potrei perché ovviamente son parte in causa, mi limito a dire che succede spesso che un cavallo solitario in seconda filòa scelga di non partire dietro all’uno e che anche al Campionato europeo qualcosa di simile era già accaduto. Insomma se la giuria e lo starter non sono intervenuti avranno avuto i loro motivi. In corsa una volta al comando non c’è stata storia. Il resto un tripudio di gioia.”
Quindi Lei era del partito dei fiduciosi?
“Ma si perché non bisogna dimenticarsi che il cavallo a 2 e 3 anni aveva sempre dimostrato di essere un gran partitore e in un match a due era una caratteristica che poteva tornare utile e poi anche in altre occasioni di recente aveva comunque dimostrato di non aver perso questa caratteristica.”
Dovendo fare una classifica delle gioie ippiche dove la mettiamo questa vittoria di Cesena?
“E’ difficile perché, sembra scontato e ovvio dirlo, ma tutte le vittorie hanno il loro dolce sapore. Però probabilmente pistola alla tempia la metterei al secondo posto dopo il successo nel Derby, ma speriamo di poterla cambiare spesso questa classifica…”
Quindi c’è già un programma?
“No, ancora no, ci riuniremo proprio in questi giorni e ne parleremo, ci sono ancora un paio di gran premi possibili in Italia,d el resto lui ha dimostrato che in questo momento è forse l’indigeno più forte in attività sulle nostre piste. Poi ci sarebbe la Francia. Lui ha già dimostrato di poter correre bene a Vincennes non dimentichiamoci che lo scorso anno è stato due volte secondo di Jushua Tree che molti giudicavano l’astro emergente del trotto francese prima che si infortunasse. Quindi potrebbe valere la pena di riprovarci…”
Non c’è che dire: all’alba del mezzo secolo di carriera ippica l‘entusiamo è ancora quello di un ragazzino, vincere aiuta, non c’è dubbio, quel televisore posto la nella club house del campeggio in riva al lago maggiore dovrà ancora lavorare…
LM


