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Regole e selezione

Alcuni  appassionati  hanno segnalato la presenza tra i puledri iscritti all’Asta Anact del 12 otto all’Ippodromo delle Capannelle di un cavallo figlio di un ambiatore.  Ne è nata una civile discussione, su cui  credo sia opportuno intervenire.  Partendo dal  ricordare che il    puledro  è regolarmente registrato nel  libro genealogico italiano e  dotato di regolare passaporto,  e che quindi rispetta i   requisiti  per l’iscrizione all’asta che è aperta a tutti  senza selezione alcuna.  E che un respingimento sarebbe stato immotivato e discriminatorio. L’Anact  inoltre ricorda ovviamente che l’ associazione ha voce in capitolo nella scrittura delle regole, attraverso  i componenti nominati in CTC,(peraltro mai riunita in questi ultimi anni)  ma  non svolge nessun ruolo nella valutazione per   l’iscrizione  degli stalloni, delle fattrici e dei puledri al libro genealogico italiano, che  è di esclusiva  competenza del Masaf, che opera  nel rispetto  delle norme tecniche del disciplinare.

Entrando nel caso specifico, si possono  fare poi   alcune considerazioni regolamentari, che vanno approfondite, come il fatto che negli Usa il registro del cavallo trottatore e ambiatore è unico, e che nel  Disciplinare del libro genealogico non viene specificata nessuna differenziazione.  

Altresì secondo me,  è ancor più importante evidenziare i casi all’estero di ambiatori nel pedigree, soprattutto di Paesi trottisticamente evoluti che prendiamo spesso come esempio e riferimento. Tutti conoscono   e sanno infatti che l’ottimo  stallone americano Googoo Gaagaa, è figlio di padre e madre ambiatori, ma è ancor più utile sapere che in Svezia, Paese Uet e all’avanguardia nella selezione e nel rispetto delle regole,  funziona regolarmente l’ambiatore Hayden Hanover, che ha già più di cento figli, alcuni di questi registrati anche in Danimarca, Finlandia e Germania. Del resto è proprio svedese il campionissimo Don Fanucci Zet, oggi anche stallone, che come si sa è figlio di una fattrice ambiatrice.

Ciò senza entrare nel merito e senza dare un giudizio sull’opportunità di avere nel  libro genealogico italiano più   cavalli  ambiatori o con sangue di ambiatori, su questo ci può essere dibattito e confronto, e ognuno può avere la sua opinione.  Una domanda però mi sorge spontanea: ma perché su certi temi di miglioramento della razza, di selezione e tenuta del libro genealogico il Masaf non delega direttamente gli allevatori, che di fatto sono quelli che hanno fatto e continuano a fare grande l’Ippica italiana, con il loro  lavoro costante e continuo di selezione?

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