Antonio Serena Monghini: Non è mai troppo tardi…
I più “maturi” ricordano il maestro Manzi divenuto famoso all’inizio degli anni ’60 con la sua trasmissione “non è mai troppo tardi” che ha certamente contribuito negli anni del boom economico ad alfabetizzare una certa fascia di italiani.
Il parallelo con Antonio Serena Monghini, proprietario di ottimo livello del trotto italiano, è tutt’altro
che azzardato. Anche per il nostro interlocutore il detto caro al Maestro Manzi calza a pennello.
Quando una persona qualunque, da fuori, vede diventare proprietario di cavalli da corsa per la
prima volta un imprenditore che ha girato la boa dei 60 anni di età, beh viene da chiedersi se non
ci sia un qualcosa in particolare che possa scatenare tale interesse… E se poi questi cavalli si
rivelano anche dei protagonisti assoluti nelle corse che contano…
“E’ una questione interessante – ci confida Antonio Serena Monghini – La mia storia ippica
potremmo definirla una di quelle classiche storie all’italiana: 13/14 anni fa con un gruppetto di amici
decidemmo di rilevare il 50% di un cavallo: Orione degli Dei. In quel momento mi sono innamorato
e non ho più smesso. Eravamo in quattro, ma poi, si sa, spesso è difficile gestire tante menti e
quindi io e uno dei miei soci decidemmo di rilevare anche il restante 50% del cavallo. Ci siamo
divertiti e non poco. Siamo stati anche a trovare la sponda giusta per trasferirlo in Francia visto che
Andres Boldura, che avevamo conosciuto da Mauro Baroncini, in quel periodo lavorava alle
dipendenze di Fabrice Souloy e così abbiamo sfruttato questa possibilità che ci ha consentito di
toglierci qualche bella soddisfazione, qualche vittoria interessante, piazzamenti in prove di gruppo
e di fare qualche bella gita a Parigi. Del resto oggi per un proprietario tenere un cavallo anziano
per farlo correre in Italia non è facile, a meno che non sia un soggetto in grado di disimpegnarsi in
gruppo 1 o 2, visto che la programmazione per gli anziani non consente investimenti in questo
senso.”
E dopo Orione cosa è successo?
“Siamo stati abbastanza fortunati, o forse anche un po’ bravi nel senso che abbiamo preso Picard
del Ronco e poi soprattutto Primula d’Esi…”
Ovvero la mamma sia di Carlomagno d’Esi che di Elettra d’Esi… Mica male!
“Una cavalla d’oro che forse ha raccolto alla fine meno di quanto non avrebbe dovuto anche se la
vittoria nel Magelli Filly rimane una bella impresa. Quando decidemmo di metterla in razza feci un
accordo con l’allevatore riservandomi la prelazione su alcuni prodotti e così sono arrivati sia
Carlomagno che Elettra. I miei amici mi prendono un po’ in giro (ma forse con un pizzico di sana
invidia) dicendo che ho il “tocco magico”. Fatto sta che sono andati entrambi molto bene.”
La doppietta Continentale/ Unione Europea dello scorso autunno nella sua Emilia con
Carlomagno è stato un bel colpo.
“Grande emozione e soddisfazione, ovviamente. C’è da dire che siamo stati anche un pizzico
fortunati ad arrivare in quella fase della stagione con le pile cariche mentre qualche avversario
probabilmente era al contrario giù di corda però se le è meritate tutte così come Mauro Baroncini si
è meritato le sue soddisfazioni.”
Poi è arrivata anche Elettra con la sua recentissima vittoria nel giorno del Lotteria…
“Una cavalla particolare… Non parte mai con i favori del pronostico, ma te la trovi quasi sempre li,
a lottare. Indomita non vuole mai essere superata e questo le da una spinta in più e a me qualche
sensazione più forte…
Nei secoli fedele al suo allenatore?
“Mah, con Mauro ho un bellissimo rapporto. Non entro ovviamente nel merito delle scelte tecniche,
magar qualche volta ci confrontiamo sui programmi, ma ho una grandissima fiducia nelle sue
qualità e nel suo lavoro.
La Francia nel cuore?
“Mah è una scelta un po’ forzata, e nel senso che ovviamente quando si va accorrere in Francia
(non sono mai andato in Svezia anche se mi piacerebbe) ti rendi conto che c’è quel “quid” in più
che fa la differenza. Mi piacerebbe che il gap venisse colmato. So che è difficile, ma non perdo le
speranze però al momento, mi duole ammetterlo, ma è così soprattutto per chi è proprietario di
cavalli che hanno esaurito il percorso dei tre e quattro anni.
All’età, ammirevole, di 77 anni ha deciso cosa vuol fare da grande?
“Che domande… quello che voglio fare tutti i proprietari… Vincere. Se poi capitasse al Lotteria,
visto che grazie a Carlomagno mi sono reso conto di cosa si tratta… beh sarebbe il massimo!”
Davvero nell’ippica, forse più che in altri settori della vita quotidiana…non è mai troppo tardi!
Luigi Migliaccio