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Nazareno Cogliani: il sogno Elitloppet

Parafrasando un celebre libro si potrebbe dire: “anche i proprietari nel loro piccolo s’inc…” Nazareno Cogliani 64 anni stabilito a Tivoli, alle porte di Roma, è un altro di quei proprietari catapultati quasi per caso nel mondo delle corse…

“Ma si, pensa che tutto risale al1989. All’epoca io e mio fratello avevamo una cavalla maremmana, da passeggio, ma ci interessava un po’ tutto il mondo rurale e quindi ogni prima domenica del mese andavamo a Osteria Nuova in provincia di Rieti dove c’è una grande fiera/mercato agricola e di allevamento. Un giorno vedemmo una cavalla grande, imponente che era in vendita. A me sono sempre piaciuti i cavalli di mole e così chiesi di acquistarla, si chiamava Lily Marlene. Il proprietario di allora ci disse che era una trottatrice che non era in attività. Per farla breve barattammo la nostra Maremmana con questa cavalla versando una piccola differenza. A quel punto chiamai il mio amico Dario Battistini e lui mi spiegò che era una cavalla che era stata in allenamento da Domenico Petrucci della quale si erano perse le tracce. A quel punto ci venne in mente di riprovare a portarla in corsa. Dario la preparò e tornò in pista a Tor di Valle conquistando diversi piazzamenti e anche una vittoria con Giampaolo Minnucci a Follonica.”

Poi però la storia si interruppe…

“Si perché nel 1991, avevo subito una grave disgrazia familiare con la perdita di un fratello e insomma non c’era più la voglia. Poi invece dopo qualche anno, era il 2007,  assieme a un altro mio fratello andammo alle aste Anact al Garigliano comprammo di nuovo un puledro e da lì ripartì la scuderia…”

Inutile dire che la più grande soddisfazione da proprietario è stato il Derby vinto con Zlatan…

“Un’emozione e una storia fantastica anche se forse durata troppo poco per quel che erano le qualità del cavallo. Diciamo che è stata una vicenda che dopo la grande gioia mi ha lasciato un po’ di rammarico e più di qualche rimpianto. A posteriori tutto poteva essere gestito meglio, ma ormai è storia. Zlatan pure, comunque, arrivò abbastanza per caso. Nel 2009 noi acquistammo tre cavalle: Nastassia Bi, Novella Lod e Niebla Bi.  Nastassia era una cavalla forte e potente, ma difettava nei passaggi e poco dopo cambiarono il regolamento delle corse levando l mezze balze così che lei risultava svantaggiata per cui decidemmo di metterla in razza mandandola da Alfiero Rossi. A quel tempo non volevo fare l’allevatore e così mi accordai per prendere il primo prodotto e una percentuale sui premi. A me piaceva molto Napoleon Bar come stallone, anche perché come figlio di Varenne ci credevo parecchio e così venne fuori Zlatan.”

In realtà poi sei diventato anche allevatore…

“Beh, dopo Zlatan le cose sono un po’ cambiate ho reinvestito anche parte delle somme vinte dal cavallo oggi vicino a Tivoli ho un piccolo centro con quattro fattrici, ho Royal Blessed che funge da stallone. Insomma qualcosa abbiamo costruito…

A Proposito di Royal Blessed, oggi c’è Demon che sta facendo ottime cose nel Nord Europa.

“Devo dire che sono piacevolmente sorpreso. E che a Massimo Santucci (l’allevatore n.d.r.) porto fortuna visto che i suoi due migliori prodotti li ho presi io. Gli ho dato la monta di Royal Blessed e poi ho deciso di riacquistare il cavallo quando aveva 18 mesi. Bravo il team di Gennaro Casillo a trovare il giusto metodo di lavoro e devo dire che il cavallo si adatta particolarmente alle corse nordiche. E’ stato invitato il 12 maggio in Danimarca per la Copenhagen Cup e… insomma siamo veramente contenti.”

Da proprietario dispiace doverlo seguire in televisione all’estero?

“Guarda devi dirti che da proprietario sono più contento di vederlo in televisione… Calcola che non vado all’ippodromo da giorno del Gran Premio dell’Uet a Modena quando subì anche una scorrettezza per la quale ci diedero una multa a favore. Purtroppo oggi gran parte degli ippodromi italiani non sono fruibili per i proprietari ed è un peccato perché si perde molto. Poi io sono uno che si arrabbia parecchio quando vedo qualcosa che non mi piace. Diciamo che sono un po’ sanguigno e allora vedendo le corse a casa riesco anche a far decantare l’adrenalina.”

Qualcuno parla di un possibile invito all’Elitloppet peer Demon…

“Me lo hanno detto, ma non c’è nulla di concreto… ci spero; sarebbe una grandissima soddisfazione. A me piacciono le sfide importanti anche quando sulla carta sembriamo un po’ inferiori. Del resto, come si dice… Chi non risica… Vedremo. Intanto speriamo di correre bene in Danimarca, poi…”

Luigi Migliaccio

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