Mamme iconiche – Nike Ek “professoressa” di francese
La sigla Ek, che contraddistingue i cavalli allevati a Lanzo d’Intelvi da Edy Caprani, si sta facendo conoscere anche a Vincennes, sulla cui pista, nel corso dell’attuale Meeting d’Hiver, ha accompagnato il nome di tre vincitori, guarda caso tutti allievi di Alessandro Gocciadoro e, soprattutto, tutti figli della stessa madre, Nike Ek, che da giovane promessa, qual’era un po’ meno di quindici anni fa, è diventata una fattrice di altissimo livello, in quanto può anche vantare di aver generato una laureata delle Oaks (Vanesia Ek).
Prima Diva, a segno il 28 dicembre sui 2100, poi Always vincitore in grande stile del Prix de Munich il 10 febbraio, sempre sui 2100 in uno squllante 1.10.6, quindi, otto giorni dopo il fratello maggiore, Executiv nel Prix d’Orthez, confronto di ottimo livello sui 2850, hanno confermato le qualità della madre, che fra un mesetto partorirà una sorellina che ha la stessa paternità di Executiv, vale a dire il due volte vincitore d’Amérique Face Time Bourbon.
I tre Ek protagonisti di questo significativo exploit in precedenza avevano già calcato la pista nera del Plateau de Gravelle, piazzandosi, e Always anche vincendo (il Collard nel 2021 e l’Hersilie nel 2022, sempre per Gocciadoro ma con in sulky Bjorn Goop), dimostrando di essere un soggetto di spessore: il suo recente tentativo nel Prix de Paris, l’ultimo grande internazionale dell’inverno parigino, non è andato a buon fine per un errore, ma questo figlio di Filipp Roc resta soggetto tra i più affidabili nell’ambito dei nostri migliori anziani.
Secondo l’allevatore Caprani è comunque Executiv, tra gli EK in evidenza nel periodo a Vincennes, ad aver fornito la prestazione più significativa in prospettiva futura: “E un soggetto di gran mole che ha avuto bisogno di tempo per trovare i giusti equilibri, anche se aveva sempre fatto intendere di possedere un motore fuori dalla norma. Non per nulla lo scorso anno ha vinto una batteria del Derby, che ha poi corso avviandosi con un numero impossibile. Ora sembra aver raggiunto la completa maturazione e quest’anno ci dovrebbe dare delle belle soddisfazioni”.
Ai suoi tempi anche Nike Ek aveva calcato il palcoscenico di Vincennes, correndo da protagonista il Prix de Meadowlands, nel pomeriggio dell’Amérique 2011. Con Pietro Gubellini attuò uno spavaldo percorso di testa sui molto selettivi 2850 metri. Solo in retta d’arrivo accusò un repentino calo che spianò il successo a Tokya Charm riuscendo comunque a salvare il secondo posto. Al ritorno a Bareggio le fu riscontrato un problema alla gola che, nonostante un intervento chirurgico, non fu risolto. Così, dopo due uscite poco convincenti, la carriera di questa promettentissima cavalla si chiuse anticipatamente con un palmares di sette successi in tredici tentativi e un record molto significativo di 1.13.2 sui 2100 metri, misura, che allora rappresentava un vertice della generazione sulla media distanza, ottenuta a San Siro in totale assolo a metà ottobre del 2010.
La linea femminile di Nike Ek potrebbe essere considerata un po’ vecchio stampo, ma Caprani ha fatto più che bene a continuare a investire su di essa, perché i risultati gli stanno dando ampiamente ragione. La madre di Nike, Uri Ek, da Park Avenue Joe, ha una produzione numerosa con ben 15 figli (14 in corsa), quattro dei quali di una certa rilevanza, come Dolly Ek 6, 1.13, Loren Ek 7, 1.12, Iside Ek 5, 1.12.4 e Replay Ek 6, 1.13.7, tutte femmine e tutte a loro volta assai valide in razza.
Molto prolifiche si erano anche dimostrate nonna Morgana Cr (da Sharif di Iesolo), che Caprani “ereditò” a fine carriera dal suocero quando decise un po’ per gioco e con molta incoscienza di mettersi ad allevare sui prati di famiglia in Valle Intelvi, a cavallo tra il lago di Como e quello di Lugano, e bisnonna Firefly (da Flush): 12 prodotti la prima, 15 la seconda con una percentuale in pista per entrambe molto alta per i tempi. In particolare Firefly è anche la mamma degli ottimi Nitria Cr 1.15.4, Onciale Cr 1.15.2 e Boemia Cr 1.14.3, la madre del campione Owen Cr 5, 1.11.1, vincitore di Nazionale, Europa, Città di Follonica e Renzo Orlandi.
Questa linea femminile trae origine in Italia dall’americana Hampton Hanover, una “Titan Hanover“ importata già da fattrice nella seconda metà degli Anni Sessanta da Carlo e Luigina Bianchi, i genitori di Massimo, altro ben noto proprietario e allevatore. Hampton (18 i suoi prodotti, tra Usa e Italia) ha dato tutta una serie di ottimi soggetti, ben conosciuti dagli appassionati con qualche anno in più, tra i quali Petit Prince, Oneghin, Beaver e Gin Fizz e di ottime madri: Navaja (dalla quale Meteor Plus e Wanadys), Mercury (mamma di Avoriaz e Zimo), Grecciola (da cui la classica Brina d’Assia), Mia Gioia (mamma di Carre Bi e Gange Blue) e Always (dalla quale Sevaggio Pl e la citata Firefly).
Per completezza di informazione si può rimarcare che Hampton Hanover aveva una sorella di un certa importanza, Berna Hanover vincitrice delle Oaks dell’Hambo, vista in azione anche in Italia con i colori della Castleton Farm e il training di William Casoli e aveva una stretta consanguineità con altri due buonissimi yankee arrivati da noi, anch’essi approdati nelle scuderie di San Siro: Hi Lass Lauxmont, allieva di Vittorio Guzzinati per Mario Sirtori (l’allevatore dei Cr) che vinse il Turilli 1989, e Bold Hanover, che fece assai bene a metà degli Anni Settanta con Luigi Sarli.
Ezio Cipolat