Jushua Tree al top, Dimitri Ferm anche
Era la vedette della vigilia e non ha deluso le attese. Jushua Tree sarà forse il cavallo del futuro, di sicuro è una solida realtà del presente e da bravo figlio di Bold Eagle non poteva che essere il protagonista del Gruppo I dedicato al duplice vincitore dell’Amèrique: in una parola, predestinato. Jean-Michel Bazire lo ha definito il miglior cavallo che abbia mai allenato e considerato quanti e tali campioni gli sono passati tra le mani, l’investitura assume un significato particolare, anche alla luce di questa ennesima vittoria, che consolida la sua leadership generazionale e forse lascia un pizzico di rammarico in più, un dubbio… per la scelta di non correre l’Amèrique. Ma JMB non è uomo da ripensamenti, la sua è stata una scelta ponderata, da professionista consumato qual è, e fra un anno magari lo dimostrerà con i fatti. E se Jushua Tree va celebrato con tutti gli onori, altrettanta attenzione merita Dimitri Ferm, che con uno splendido posto d’onore a meno di una lunghezza dal favorito e dopo chiusa in piena spinta una volta trovata l’aria in retta d’arrivo, ha riscattato la delusione (senza colpa) del Criterium Continental. Merito di Mauro Baroncini che lo ha plasmato, portato ai vertici della leva 2019 e recuperato al top quando sembrava che questo importante prodotto della Dream Ferm avesse imboccato il viale del tramonto. E peccato per il galoppo improvviso del compagno di allenamento Desiderio d’Esi all’imbocco in retta d’arrivo, nel momento in cui il figlio di Robert Bi aveva messo la freccia per prepararsi al gran finale. Nel marcatore c’è finito anche Deaus Zack, che ha condiviso la sesta piazza con Jakarta des Pres, mentre più indietro, ma non lontano, hanno chiuso Diva del Ronco e Daughter As, con Demon uscito prematuramente di scena per un galoppo sulla salita.
Vincere il Prix du Luxembourg (Gruppo III – Euro 100.000, metri 2100) con il numero 16 non è da tutti. Ci vogliono cuore e polmoni, perché lo schema è unico, d’assalto, in una corsa storicamente senza tempi morti, affrontata a tutta dal primo all’ultimo metro da Face Time. In più questo flglio di Coktail Jet ci ha messo la grinta e il coraggio, doti peculirari di un soggetto che già a questo punto del meeting può essere considerato la vera rivelazione dell’inverno parigino, anche perché ogni volta alza l’asticella, ma il risultato non cambia. E con questa sono cinque le vittorie consecutive dell’allievo di Matthieu Abrivard, interpretato con estrema fiducia da Gabriele Gelormini. Altrimenti non si può definire la condotta di gara del vincitore, presentatosi determinato ai fianchi del leader e favorito Ganay de Banville sulla salita, per poi costringerlo alla resa in retta d’arrivo e atterrare sul traguardo a media di 1.10.5, a tre decimi dal record della corsa fissato lo scorso anno da Beads, che allora aveva Jean-Michel Bazire a bordo. Questa volta il top driver francese si è dovuto accontentare della seconda moneta, respingendo di misura l’affondo di Muscle Hill, mentre non è mai stato un fattore Bilo Jepson, proteso in terza ruota alle spalle di Hip Hop Haufor, nella scia di Face Time, ma incapace di cambiare marcia all’epilogo.
Prima del Luxembourg due buoni piazzamenti per il made in Italy nel Prix Chalon en Champagne (Euro 40.000, metri 2700), per femmine di 4 anni, in cui le due figlie indigene di Maharajah, Eli Jet ed Extra Wind, hanno chiuso rispettivamente al secondo e quarto posto, con l’allevata Toniatti allenata e guidata da Alessandro Gocciadoro che ha sfiorato il colpaccio dopo slalom in retta d’arrivo, battuta di misura dalla favorita Ragazza du Chene, Bird Parker e passaporto belga, mentre l’allieva di Fausto Barelli interpretata da Pietro Gubellini ha un po’ subito entrando in dirittura l’errore Kaline du Rib.
Segnali di vita dalle parti di Sebastien Guarato, che consegna alle mani di Paul Ploquin un Krack Time Atout tornato protagonista a distanza di quattro mesi dal primo piano nel Criuterium des 3 Ans. Il figlio di Face Time Bourbon e Topaze d’Atout (fattrice top che tra gli altri ha prodotto anche Eridan e Gunilla d’Atout) è emerso con speed irresistibile a centro pista in un Prix Ourasi (Gruppo I – Euro 300.000, metri 2700) ricco di colpi di scena e che ha visto uscire di scena, da leader all’ingresso in retta d’arrivo, il favarito Koctel du Dain. Subito fuori corsa Edy Girifalco Gio.