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Idao de Tillard  di nuovo lui

Il Prix de Bourgogne è la corsa meno simile all’Amérique che ci sia, e quella in cui quasi tutto si decide all’estrazione dei numeri di partenza. I 2100 metri di Vincennes sono infatti troppo selettivi  per recuperare per chiunque, tanto è vero che i vincitori in seconda fila hanno una frequenza vicina all’uno su venti in questo tipo di corse.  Una cora a perdifiato che ci ha restituito il vero Idao de Tillard, che è passato per il purgatorio post Elitloppet e per qualche problema fisico da risolvere, prima di tornare graffiante e debordante nel momento giusto, a trenta giorni scarsi dall’Amérique. Una corsa che il solito Don Fanucci Zet ha guidato prima di calare, confermando la sua poca competitività sulla nera, e che ha visto l’altro solito secondo posto di Go On Boy, abbonato a stracorrere ma a perdere, seppur stavolta senza rammarico. Terzo la sorpresa giovane Justin Bold, che ha preceduto Hokkaido Jiel, bravi e fortunati ad evitare il caos sull’ultima curva in cui è rimasto coinvolto Dimitri Ferm. L’allievo di Baroncini è stato per l’appunto condannato già al sorteggio, e con l’otto ha speso la vita per rimanere scoperto dopo un parziale da 1.04 al chilometro, così come Always Ek, che pure su questa distanza Go on Boy l’ha battuto pure lui ha sofferto il traffico iniziale e si è gettato di galoppo subito. Bengurion Jet dal canto suo ha palesato limiti. Ci sarà il Belgique che darà altri quattro posti, e poi le somme vinte per trovare lo spazio residuo all’interno dei 18 partenti  di una corsa in cui bisogna arrivare rodati e freschi al momento giusto.

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