
I sacrifici e i sogli di casa Idao de Tillard
La signora Françoise Chaunion l’appassionatissima e saggia allevatrice di Idao de Tillard nel dopo corsa del Prix D’Amérique durante una bellissima intervista passeggiata con Milena Paolini e poi in postazione ad Equ Tv ha sintetizzato qual è il sentimento di chi alleva cavalli da corsa: “Vorrei poter tornare indietro nel tempo, per osservare attentamente cosa aveva di diverso, perché quando Idao era un puledro noi vedevamo come tutti gli altri. Eppure ci deve esser stato qualcosa di diverso, o forse no, perché tutti i cavalli sono straordinari”. Una dichiarazione d’amore e di consapevolezza di quanto il trotto sia magico per la sua dose nascosta e decisiva di imponderabilità. E “ça va sans dire” che Idao de Tillard non è un cavallo come tutti gli altri, il due volte vincitore del Grand Prix d’Amérique è un fenomeno, e lo è diventato definitivamente domenica scorsa, quando ha dominato ancora gli avversari con una prestazione forte, senza bisogno di tattica, guidato con estrema fiducia da Clement Duvaldestin, che da papà Thierry ha ereditato la consapevolezza del lavoro, e la forza di credere nei propri mezzi con umiltà. I paragoni quando arriva un cavallo del genere si sprecano, andando a ritrovo si pensa a Face Time Bourbon, a Bold Eagle, Ready Cash, Offshore Dream, fino ad arrivare a Varenne. L’impressione che passando il tempo muta anche la tecnica, la programmazione, il contesto e fare paragoni è impossibile. Ciò che non cambia è il senso dell’allevare, intesa come attività agricola. Il messaggio e la storia della signora Chaunion, che ogni giorno da sessant’anni si alza all’alba per accudire i suoi cavalli dell’ allevamento di famiglia nella fredda regione del Calvados è forte chiaro, antico e moderno: Idao de Tillard è il frutto di sacrifici e sogni, mescolati all’imponderabile magia del trotto.