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I fantastici otto giorni della famiglia Topo

Due gran premi in otto giorni: parliamoci chiaro, non sono molte le scuderie che possono
permettersi di raccontare un’esperienza del genere, ma tra queste c’è quella della famiglia Topo…
Tutto parte da “zio Armando”, come era solito chiamarlo Giampaolo Minnucci, che a cavallo degli
anni ‘80/’90 mise in piedi la scuderia con i primi cavalli affidati a Peppino Maisto e Salvatore
Mattera. Del resto il sodalizio con Maisto sembrava quasi inevitabile visto che è proprio tra
Giugliano e Villaricca che la famiglia Topo svolge da sempre la propria attività nel campo della
distribuzione alimentare laddove vive anche la famiglia Maisto. Poi, come dicevamo, il rapporto
professionale, ma anche di grande amicizia con Giampaolo. Un paio d’anni fa la scomparsa di
Armando e il testimone raccolto dai tre figli Elio, Salvatore e Antonio con il primo che è quello che
si occupa più da vicino della parte gestionale. “Tra le tante cose buone che papà ci ha lasciato –
testimonia Elio – c’è proprio la passione per i cavalli e quindi è stato facile a un certo punto
subentrare nella gestione anche se ovviamente lo abbiamo fatto aggiungendo qualcosa di nostro.”
Sono così arrivati investimenti importanti e si è scelto ad esempio di spostare alcuni effettivi da
Alessandro Gocciadoro, mentre altri sono stati dirottati da Antonio Simioli e forse non è proprio un
caso che i due grandi premi di questi giorni siano stati vinti con due cavalli di due allenatori diversi.
Quelli di Freyr di Venere a Palermo e di Eternity Bar a Castelluccio dei Sauri sono stati due
successi davvero importanti che hanno colmato un vuoto che iniziava a farsi importante. “E’ strano
– testimonia Elio – per tanto tempo insegui una vittoria in un gran premio e poi te ne arrivano due
in fila nello spazio di pochi giorni: è sembrato quasi un miracolo. E’ stata davvero una grande
emozione anche perché non abbiamo fatto a tempo a riprenderci della prima vittoria che è subito
arrivata la seconda. E’ inutile che ci nascondiamo: un proprietario vive per queste cose. Quando
acquista un cavallo sogna di vincere una corsa importante e tutto il grande lavoro che viene fatto
da artieri, allenatori, maniscalchi etc, alla fine si traduce in quei due minuti di corsa e quando riesci
a coronare il sogno non pensi al premio o ad altro, ma semplicemente al fatto che hai vinto.”
Che tipi di proprietari siete, quanto entrate nelle scelte che riguardano i vostri cavalli?
“Mah, certe volte penso di essere un po’ pesante, ma poi mi confronto con altre realtà e vedo che
non è così. In fondo mi limito a sentirmi mediamente una volta alla settimana con gli allenatori, Un
paio con qualche artiere. Sai l’uomo di scuderia è sicuramente quello porta avanti il lavoro
quotidiano e alla fine ha comunque il polso della situazione, ma comunque non entro nei
programmi o nelle metodologie di lavoro.”
Se da un lato la scelta Gocciadoro appare facilmente comprensibile, dall’altro c’è da segnalare che
il Gran Premio di Castelluccio lo avete vinto con una cavalla affidata ad Antonio Simioli… “Antonio
per noi è quasi un fratello. Pensa che quando era ancora gentleman mio padre voleva che i nostri
cavalli li guidasse solo lui e poi abbiamo deciso di sponsorizzarlo con la nostra azienda. Ora lui ha
in allenamento una pattuglia dei nostri effettivi e vincere un Gran Premio con una cavalla che
Antonio guida e allena è la testimonianza reale che sia mio padre che noi ci avevamo visto giusto
anche in tempi non sospetti.
Rinverditi i primi successi ottenuti con un altro cavallo importante, anche se non tropo fortunato
come Cash Maker ora c’è da guardare al domani… All’orizzonte potrebbe esserci una trasferta
francese, magari proprio con Eternity Bar. Del resto in Francia abbiamo corso e vinto in passato
con un altro nostro cavallo: Dexter Ors ed è stata anche quella un’esperienza importante che
varrebbe la pena rivivere…
Non sarà certo l’unica ambizione…

“Beh è ovvio che l’obiettivo sia quello di alzare l’asticella e allora perché non sognare un gruppo I”.

Luigi Migliaccio

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