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Guglielmo, Golden e la Pink&Black: Fusse che fusse….

Un vecchio tormentone a cavallo degli anni ’60 recitato da Nino Manfredi recitava “Fusse che fusse la vorta bbona…” A declamarlo era l’attore ciociaro nei panni di un barista di Ceccano, paesino del frusinate. Nel corso degli anni la frase è diventata sinonimo di quei tentativi reiterati verso un obiettivo che sfugge sempre per poco;  ha trovato tante applicazioni e ci sentiamo di prenderla simpaticamente in prestito anche noi per aprire la conversazione con Guglielmo Miccichè, titolare assieme ai fratelli della scuderia Pink&Black in gara anche quest’anno nel Derby Italiano del trotto dopo qualche infruttuoso e sfortunato tentativo nel passato.

“Inutile dire – esordisce Guglielmo – che quello che più di tutti ci ha lasciato l’amaro in bocca sia stato il Derby di Vitruvio (2017): quell’errore all’imbocco della dirittura di arrivo quando eravamo praticamente padroni della corsa ancora oggi lo riviviamo con grande dispiacere. Poi abbiamo provato con Bubble Effe e anche li siamo stati a un passo dal vincerlo, in testa fino a 50 metri dal traguardo. L’anno dopo con Colibrì Jet vincemmo la batteria e fummo quinti in finale. Insomma: abbiamo sempre recitato un ruolo importante, ma ci manca quella benedetta vittoria. Al di la di tutto però già la partecipazione alla finale ti mette addosso un’adrenalina che è difficile da spiegare.”

In realtà per Guglielmo, batterie a parte, va contata anche un’altra partecipazione con i colori della scuderia Gentlemen. Parliamo di Zeppo di Re e un undicesimo posto nel 1999 il derby vinto da Zambesi Bi, ma quello che conta è il futuro: quello che dice che domenica il rosa nero della Pink&Black sarà rappresentato a Capannelle da ben due cavalli, entrambi figli di Maharajah: Guglielmo Jet e Golden Boy…

“Sono due cavalli bellissimi e in forma. Hanno lavorato bene entrambi proprio a Roma qualche giorno fa e ovviamente ci fanno sperare. Non sarà facile, ci sono avversari forti e importanti, ma certo anche il fatto di avere due cavalli di proprietà in prima fila e altri compagni di allenamento, insomma qualche vantaggio tattico ce lo potrebbe dare…”

Per Guglielmo Jet si potrebbe dire “Nomen Omen”. Come ci siete arrivati?

“Io non so  se sia stata una piccola furbizia di Roberto Toniatti o no, fatto sta che un giorno andammo in allevamento da lui per vedere dei puledri e ci presentò questi due Guglielmo e Gaetano (il nome di uno dei fratelli n.d.r.) Ovviamente non li abbiamo presi per il loro nome, ma perché erano veramente tra i cavalli più belli presenti in quel momento in allevamento e anche con delle ottime genealogie. Poi fortuna vuole che Gugliemo sia venuto più forte di Gaetano, ma ippicamente parlando questo è normale, io ho anche ottenuto dei buoni risultati da gentlemen e quindi in questo caso si… Nomen Omen.”

Invece per quanto riguarda Golden Boy?

“Il cavallo era stato allevato dalla moglie di Alessandro Gocciadoro, Sinead, e un giorno andammo proprio con Alessandro all’allevamento Truccone per vederlo. Ci impressionò, questo bel sauro potente davvero bellissimo e non fu difficile scegliere di comprarlo.”

Insomma la storia insegna… non bisogna mai mollare. L’occasione può ripresentarsi sempre specie per chi, come i fratelli Micciché investe a piene mani nell’acquistare e tirare su puledri che spesso diventano prospetti di campioni o campioni veri. Domenica sarà un’altra giornata emozionante, in ogni caso ancora una volta la Pink&Black sarà protagonista e… Fusse che fusse…  LM