Giro d’Europa dei grandi eventi
C’era una volta un’ippica locale, quasi condominale in cui l’Italia era centrale e autoreferenziale. La globalizzazione ha portato il trotto a romperere i confini, a mescolarsi, con i cavalli italiani trasformati da stanziali ad atleti con la valigia e perlopiù vincenti. Il fine settimna che ci apprestiamo a vivere è la più classica delle fotografie di tutto ciò, con gli indigeni che in 48 ore sono annunciati protagonisti nelle corse più ricche di quattro Paesi diversi, con una serie di partenti lunga da elencare. Aprirà le serie venerdì sera Vincennes, in cui i tre anni se la vedranno in un paio di Gruppi III maschi e femmine sulla faticosa nera parigina. Il sabato il palcoscenico più illuminato sarà quello di Torino, con il classico Gran Premio Nazionale, Gruppo I, e relativo Filly, dove sapremo molto di più della gerarchia di queste lettere F che fanno sognare. La globalizzazione ha costretto all’assenza Alessandro Gocciadoro, che poche ore prima in Gruppo II in Svezia con Clarissa, e poche ore dopo nel pomeriggio di domenica con Banderas Bi nell’Oslo Grand Prix gruppo I, sarà ancora una volta ambasciatore del nostro trotto nel nord Europa. Atto conclusivo a Trieste, per i nostri 4 anni, che domenica sera nel Presidente della Repubblica in notturna. Armiamoci di tv, pc e telefonini, che siate sul campo, sotto l’ombrellone o in casa con l’aria condizionata accesa, il giro d’Europa dei trottatori italiani non si può perdere.