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GAETANO LA LICATA: L’assassino torna sempre…

I partenti del Gran Premio Encat di domenica 23 febbraio vedono al numero uno Diamond Francis, ovvero l’eroe del Locatelli, altra prova del trittico che compone l’inverno del trotto (il terzo elemento sarà il Barbetta posticipato quest’anno al 25 aprile). La storia del figlio di Exploit Caf e di quelle che pur tra tante soddisfazioni lasciano un pizzico di amaro in bocca per quel qualcosa in più che poteva essere e invece non è stato, ma è comunque una bella storia che vale la pena di essere raccontata.

Ne è conscio il suo proprietario, Gaetano la Licata, classe 1958 da Palermo, un’attività di fornitura di carta per alimenti, ma proprietario di cavalli praticamente da sempre. Un proprietario atipico, quasi per procura, come quei matrimoni che si organizzavano tanti anni addietro. “Si – sorride – io Diamond dal “vero” non l’ho mai visto, me ne sono innamorato dopo qualche foto e un filmato. All’epoca cercavo un puledro da comprare e lo dissi al suo allevatore Bragaglia che me ne fece visionare tre. Alla fine scelsi lui anche perché era un baio mentre gli altri due erano sauri. Mi è andata abbastanza bene anche se va detto che quando Walter Zanetti, da me incaricato, ma anche lui mai conosciuto di persona,  lo andò a vedere, venne fuori che aveva un piccolo chip a una gamba e l’allevatore a quel punto decise di farlo operare a sue spese. Le cose sono andate a posto ed eccoci qua. Poi lui ha avuto anche altre parentesi sfortunate come quando ad esempio è andato per qualche tempo in Francia dove non si è trovato anche perché la sua trasferta è sfortunatamente coincisa con l’incidente che ha colpito Vitale Ciotola che non ha probabilmente potuto lavorarci come avrebbe voluto. E’ tornato in Italia; Walter ha portato avanti un gran bel lavoro ed eccoci qua…”

Ma quando e come è iniziata la sua avventura con i cavalli?

“Premesso che anche mio papà Vito che oggi ha 94 anni era comunque appassionato di cavalli e ha iniziato 50anni fa. Per me dobbiamo tornare indietro alla fine degli anni ’70, diciamo 78/79 quando fui anche allevatore grazie a Malaga, una cavalla che comprai da Ruisi. Io facevo il militare ad Avellino e mandai la cavalla da Cicognani che aveva degli stalloni interessanti, Gill Hanover e Marlboro Hanover, e da li è cominciato tutto. Poi ho avuto altri cavalli qualcuno che ha reso meno, altri sfortunati come ad esempio Tops Holz. Però certamente la bilancia pende dalla parte positiva. Oggi come piccolo proprietario ho Grace del Ronco e un altro puledro, un figlio di Green Manalishi.”

Ma come si coniuga una così evidente passione con il fatto di tenere i cavalli a centinaia e centinaia di chilometri di distanza e non poterli andare a vedere… toccare…

“E’ un’ulteriore dimostrazione di passione, come hai sottolineato. Purtroppo qui in Sicilia la situazione a livello di strutture non è gratificante per un proprietario. Siracusa, dove pure fanno tanti sforzi, non mi da soddisfazione, non mi coinvolge. Palermo purtroppo vive da troppi anni una situazione difficile ed è un peccato per quello che potrebbe rappresentare. Il compianto  Biagio Lo Verde aveva provato a creare una struttura importante a Terrasini, e io avevo affidato anche un cavallo a Franco Puccio che lo allenava li. Poi, purtroppo, tutto si è arenato ed è un peccato perché ad esempio le corse in notturna a Palermo erano un vero spettacolo. Poi dopo la prima chiusura, le bande Rom hanno rubato tutto il materiale elettrico rendendo di fatto inutilizzabile l’impianto e oggi non è facile investire.”

Torniamo a Diamond Francis: l’assassino che torna sul luogo del delitto?

“Mah speriamo… Al di la di tutte le scaramanzie, va detto che questa volta alziamo un po’ l’asticella nel senso che gli avversari ci sono eccome: il Derbywinner Expo Wise As, Dylan Dog Font che sta andando forte, Edy Girifalco e tanti altri. Il cavallo sta bene, altrimenti non avremmo affrontato l’impegno. Speriamo di riprenderci qualcosa di quello che la sorte ci ha tolto. Non dimentichiamo che Diamond ha avuto anche la “sfortuna” di nascere in una generazione di fenomeni e quindi la concorrenza è stata molto agguerrita, magari in questa carriera da anziano potremo tornare a brindare…”

Sarà a Milano domenica?

“Non, non posso allontanarmi dalla mia attività. Farò il tifo da casa: d’altronde se così non fosse che “amore per procura sarebbe”?

Luigi Migliaccio