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Francesco Licciardi… Il terzo di Denver Gio? “Che t’o dic’ a fa’”

E’ proprio vero… qualche volta per ottenere grandi risultati, nello sport come nella vita bisogna
osare… alzare l’asticella. E’ quanto è accaduto a Francesco Licciardi campano di Marano di
Napoli, classe 1973, imprenditore agricolo con la passione pluridecennale per i cavalli. Uno che
per estrazione ha spesso badato al sodo, ma che questa volta si è lasciato convincere e alla fine
ha acconsentito ad affrontare un impegno sulla carta proibitivo con il suo Denver Gio… Alzi la
mano chi quando lo ha visto tra gli invitati dell’Elitloppet non ha pensato a una partecipazione da
estremo outsider. Come è andata lo sanno in molti: un terzo posto sia in batteria che in finale (qui
alla stratosferica media di 1.08.7), ma soprattutto una grande partecipazione non da comparsa, ma
da attore principale e la conferma di avere un cavallo più che importante.
Inutile dire che si è trattato di emozioni indescrivibili, di quelle che rischiano di travolgerti…
“Che to devo dire – ci confessa – ancora oggi mi sembra tutto quasi irreale… Pensa che all’inizio
mi avevano detto che il cavallo avrebbe partecipato alla Sweden Cup, la corsa del sabato. Poi è
saltata fuori la possibilità di poter correre l’Elitloppet e francamente non ero per nulla convinto. Mi
sembrava che il salto di qualità fosse molto alto e soprattutto a Napoli nel Lotteria il cavallo non mi
era piaciuto nella finale visto che, sia pure con un numero favorevole, non era riuscito a partire
secondo le sue caratteristiche. Però alla fine ho dato fiducia al team, mi sono lasciato convincere
e, come si dice dalle nostre parti… che t’o dic’ a fa’… è stata una cosa indescrivibile… alla fine
piangevo come un bambino…”
Che Denver Gio fosse comunque un cavallo importante lo si era visto sin da puledro.
Francesco Licciardi è un proprietario che ha sempre puntato alla qualità, magari, come
spesso avviene, non sempre con fortuna, ma fa parte del gioco…
“Iniziai alle aste tanti anni fa quando presi Ossezia dall’allevamento Sant’Andrea… era il 2009 non
fummo fortunatissimi anche se la cavalla aveva una buona qualità… Poi ho avuto tanti altri soggetti
con i quali mi sono tolto delle belle soddisfazioni Boss Mede Sm, Capalbio… fino a quando è
arrivato Denver Gio.”
Ecco in quel caso non sei andato a pescarlo alle aste…
“No è stata tutta una circostanza abbastanza particolare. Io sono appassionato da sempre di
buone genealogie e scelgo i miei cavalli soprattutto in base a quelle. Un giorno mi telefona Tiberio
Cecere del quale sono grande amico e mi dice “Guarda che c’è un puledro che si muove
veramente bene… guardalo”. All’epoca il cavallo era di proprietà al 50% tra Nicolas De Mitri (il
veterinario) e Antonio Somma. Mi convinsi e dopo una breve trattativa rilevai la quota di De Mitri. In
seguito feci un po’ di pressing su un amico come Antonio Somma e alla fine lo convinsi a cedermi
anche l’altro 50%. In fondo lui rimaneva interessato sulla carriera del cavallo con la quota da
allevatore e il resto è storia…”
Vedere il proprio cavallo correre e distinguersi all’estero pesa? E’ un motivo d’orgoglio?
Insomma che sensazioni da?
“Guarda non è una domanda che mi sono posto. A me importa che il cavallo stia bene e che faccia
bene e poi devo anche dire che queste sue trasferte mi hanno dato modo di conoscere un’ippica
diversa e sicuramente molto bella. Il week-end dell’Elitloppet è stato uno spettacolo esaltante e lo
dico a prescindere dal risultato che ovviamente è stato la ciliegina sulla torta. Ecco il fatto di avere
un cavallo così mi ha dato l’opportunità di fare qualche viaggetto e anche questo non è male…”
E adesso?

“Beh, ora è probabile che si debba prendere qualche altro aereo. Denver è stato infatti invitato a
Mikkeli in Finlandia il 14 luglio per la St. Michel Race… mi toccherà andarci…”
Quando si dice i sacrifici (quelli belli) dei proprietari…

Luigi Migliaccio

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