Focus Francia – Joshua Tree, che sia un crack?
Già sei mesi fa, dopo il successo nel Raymond Fouard in 1.10.4 sui 2175, avvio con i nastri, si parlava di Jushua Tree in termini entusiastici. Era stato il suo stesso trainer (nonché comproprietario) Jean-Michel Bazire, mica uno qualsiasi, a sbilanciarsi, affermando di non aver mai allenato un cavallo di tali mezzi. Così questo 4 anni di mole, lasciato maturare con gradualità, è tornato agli onori della cronaca che aveva già conosciuto nel settembre dei suoi 2 anni, quando a Grosbois si era espresso nella qualifica più veloce, a media di 1.15.4, fra i puledri della sua generazione.
Sino a questa primavera Jushua è stato impiegato con estrema parsimonia: una corsa e una vittoria in provincia a 2 anni, sei uscite nel 2022, con quattro successi, un quinto e un rp e una ricomparsa viziata ancora da errore nel marzo di quest’anno. Poi una suite, da aprile a inizio settembre, di sette successi consecutivi, quattro dei quali in Gruppo II (Thibault, Fouard, Phaeton e Brunet) che nelle previsioni lo hanno fatto eleggere come scontato favorito del Critérium des 4 Ans, classica alla quale però il cavallo, il 17 settembre scorso, non ha preso parte per un’ernia inguinale emersa pochi giorni prima della corsa.
Tornato in azione, in maniera molto cauta (solo quinto) dopo 84 giorni di assenza nel Chenonceaux, Jushua ha mostrato altro passo e altra determinazione nell’Octave Douesnel risolto con netta superiorità a media di 1.12.1 sui 2700 nei confronti del nostro Derbywinner Dimitri Ferm. Una vittoria con la quale l’allievo di Bazire si propone come autorevole candidato al Critérium Continental, corsa che garantisce al vincitore un posto nell’Amérique. Se il cavallo dovesse vincere anche questa prova internazionale, non è detto però che venga poi presentato al via nella classicissima di Vincennes, sia perché Bazire ha da proporre il laureato dello scorso anno Hooker Berry, sia per come è stato sinora impiegato, con il contagoccie, come un tempo era uso fare in Francia con i soggetti più giovani ritenuti importanti, ai quali sino ai 5 anni inoltrati venivano risparmiati i confronti con i molto più esperti anziani.
Jushua Tree, allevato da Hughes Rousseau (direttore generale di Arqana Trot), presentato alle aste yearling non aveva trovato acquirenti (ricomperato per 25 mila euro), pagando il fatto che allora i maschi da Bold Eagle non destavano grande interesse: il doppio vincitore d’Amérique, da stallone, si era distinto soltanto con le femmine, in particolare con Green Grass, laureata nel Critérium des Jeunes. Successivamente la proprietà del puledro è stata divisa in quattro: il 50% se l’è accaparrato l’Ecurie Olmehof (del belga Jan Komper), l’altra metà se la sono divisa l’allevatore e Bazire, che ha fatto entrare poi nella sua quota anche l’amico Yannick Fouin, allenatore di ostacolisti.
Rousseau, in un’intervista rilasciata alla rivista 24h au Trot, aveva spiegato perché aveva scelto di presentare a Bold Eagle la sua Ma Sissi James: “Non ho una grande esperienza come allevatore – aveva affermato – così chiedo consiglio a chi ne sa di più. Thomas Bernereau mi ha indirizzato verso Bold Eagle che a suo parere, avendo un’azione a filo d’ambio, sarebbe stato l’ideale per la mia fattrice, dal fisico robusto e dal passo monocorde. E’ ha avuto ragione”.
Pur avendo nelle vene una buona dose di sangue americano, in entrambi i settori (la madre è una figlia di Buvetier d’Aunou, da Royal Prestige), Jushua Tree, anche come modello, è un tipico normanno: d’altra parte nel suo pedigree sono anche presenti nomi importanti del trotto francese più tradizionale. E a questo proposito è curioso notare che l’allievo di Bazire presenta un aggancio con una cavalla italiana da “centrali” che Mauro Baroncini (cioè il trainer di Dimitri Ferm) ha conosciuto da giovane, e magari anche “attaccato” in pista al mattino, in quanto allieva nelle scuderie di San Siro di suo padre Walter.
Si tratta di Ramenga di Iesolo, classe 1968 da Mighty Ned e Migla di Iesolo, una “Bordo” della Scuderia Sandra la cui mamma era Glamour II, francese importata da Ivone Grassetto nel 1959 che nasceva da Kairos e dalla popolarissima, in Francia, Sa Bourbonnaise, vincitrice classica ed eccezionale madre dello stallone Hermes D e delle fattrici Infante II (da cui Sabi Pas), e Jalna IV, dalla quale vengono Roquepine (tre volte vincitrice dell’Amérique e madre di Florestan), Glamour II e Padovanella, quest’ultima mamma di Datac, che è il nonno materno di Jushua Tree.
Insomma, una curiosità che forse può far piacere al trainer di Divignano e contribuire a lenire il comprensibile rammarico – anche se la prestazione di Dimitri, all’esordio al Plateau de Gravelle è da considerarsi molto positiva – di essersi trovato ad affrontare un rivale di grossissimo spessore, che però è uno di… famiglia.
Ezio Cipolat