Focus Francia – Idao, effetto Continental
Il Grand Prix d’Amérique 2024 è andato in archivio, ma ha lasciato spazio ad alcune considerazioni. Innanzitutto, come d’altronde ha messo in rilievo chi ha commentato la corsa, va riconosciuto a Idao de Tillard (la cui madre, tra l’altro, si chiama America de Tillard) di aver vinto con pieno merito, dopo un percorso particolarmente impegnativo. Ha mostrato grande tempra e grande coraggio, nonostante fosse sceso in campo accompagnato da qualche piccolo dubbio per un problema di stagione accusato nei giorni immediatamente precedenti. Il trotto francese, dopo qualche stagione interlocutoria, potrebbe aver trovato, tra i suoi anziani, un effettivo capofila, in grado di dettare la sua superiorità nel tempo. L’allievo di Thierry Duvaldestin (trainer che ha al suo attivo tre Amérique, dopo i due di Ready Cash) può già vantare un palmares importante, ricco di 21 successi di vertice, 5 di Gruppo I, 12 di Gruppo II e 4 di Gruppo III, con un bottino poco al di sotto dei 2 milioni di euro. Spaccando in quattro il capello si può obiettare che i rivali più accreditati nell’Amérique hanno dato l’impressione di aver reso meno del previsto e che Idao dovrà presto vedersela con l’astro nascente Jushua Tree, altro soggetto che fa sognare.
Un’altra considerazione riguarda l’incidenza che sull’Amérique ha, in particolare dall’inizio di questo secolo, il Citérium Continental, appuntamento di fine anno al Plateau de Gravelle riservato ai 4 anni internazionali. Idao lo ha vinto nel 2022 (acquisendo a fine gennaio 2023 il diritto di partecipare una prima volta alla classicissima), come d’altronde Face Time Bourbon nel 2019 e Bold Eagle nel 2015, poi entrambi bi laureati nella corsa-faro; ma sono andati a segno nel Continental anche Offshore Dream (2006), pure lui a segno due volte nell’Amérique, e Abano As nel 2001, che due anni dopo colpì duro nel confronto più importante per il training di Erik Bondo. Andando ulteriormente a ritroso, tra i vincitori del Continental figurano anche Général du Pommeau, Ténor de Baune, Ideal du Gazeau e Upsalin, anch’essi sul gradino più alto del podio nell’Amérique. Per inciso si può ricordare che l’ultimo Critèrium Continental lo ha vinto Jushua Tree, il che, per quanto detto, rafforza le chance dell’allievo di Jean-Michel Bazire in prospettiva Amérique 2025.
Idao de Tillard, tra tutti questi grandi campioni autori del doppio in questione, si può collocare in una sezione a parte, in quanto presenta la particolarità di essere figlio di un vincitore di Critérium Continental e di avere la nonna materna riuscita anch’essa ad andare a segno nell’internazionale riservato ai 4 anni. Suo padre Severino il Continental lo ha vinto nel 2010 con in sulky Christian Bigeon, mentre nonna Classe de Tillard, allieva di Jean-Claude Hallais, lo risolse a suo favore nel 1994 davanti a “petit” Camino e Capitole.
Sotto l’aspetto genealogico Idao de Tillard va in controtendenza rispetto al mainstream incentrato sul dualismo tra le linee maschili di Ready Cash e Love You, che da alcuni anni tiene banco in Francia, riportando alla ribalta quella di Buvetier d’Aunou, il nonno di Severino, il cui padre è Gobernador, l’ultimo campione forgiato da Pierre-Désiré Allaire. Una linea che trae origine dallo “Speedy Crown” Royal Prestige. Speedy Crown che è anche presente nel settore femminile del campione di Duvaldestin. La citata Classe de Tillard è infatti una delle rappresentanti della prima annata di produzione in Francia (quella del 1990, forte anche di Cygnus d’Odyssee, Corot, Carpe Diem e Criterium d’Ombree) di Workaholic, lo yankee che gli Haras Nationaux acquistarono nel periodo in cui fu “aperto” lo stud-book francese, rimasto in attività sino al 2005.
L’ultima considerazione non riguarda direttamente Idao, bensì il suo venticinquenne interprete Clement Duvaldestin, che lo scorso anno, all’esordio nella classicissima, fu oggetto di critiche. Perplessità che dodici mesi dopo si sono trasformate in unanime plauso: il giovane driver in effetti non ha sbagliato una mossa, mostrando freddezza e determinazione. Merita anche di essere messo in evidenza il fatto che nell’Amérique sono scesi in campo tre amici per la pelle, che sin da bambini hanno trascorso gli inverni giocando tra i viali di Grosbois e nelle scuderie di Vincennes: vale a dire Nicolas Bazire, già vincitore dell’Amérique due anni fa con Davidson du Pont, Clement e Leo Abrivard, questi all’esordio nella corsa-faro in sulky a Inmarosa. Una bella storia di amicizia e un ulteriore segnale di rinnovamento.
Ezio Cipolat