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Eravamo quattro amici al… Derby

di Luigi Migliaccio

Qual è la sublimazione dell’essere proprietario di cavalli?

La risposta è facile: vincere e quanto più la corsa che si vince è importante, tanto più cresce la soddisfazione. Per un proprietario ci sono due modi di vivere la vittoria: quello “intimistico”, riservato, quasi nascosto… oppure quello conviviale, gioioso, festoso, in qualche modo anche chiassoso che arriva soprattutto quando la vittoria viene condivisa tra più persone.

Quello di Luccio Zucchetti, uno del “poker” di proprietari del Derbywinner 2022, Dimitri Ferm appartiene a questa seconda categoria. In fondo la clamorosa vittoria del Nastro Azzurro ottenuta dal figlio di Nad Al Sheba ha reso felici un quartetto di “irriducibili” protagonisti e appassionati del nostro sport.

67 anni da Legnano, Luccio Zucchetti gestisce un campeggio sul Lago maggiore, ma il legame coi cavalli ha festeggiato da poco le nozze di… Diamante (i 60 anni) visto che il primo approccio risale a quando aveva circa 6 anni…

“E’ vero, mio padre che pure non aveva mai avuto a che fare con i cavalli, a quell’età mi portò in un maneggio ed è inutile dire che fu amore a prima vista tant’è che non avevo ancora vent’anni quando acquistai il primo cavallo. Era un purosangue, quindi galoppo. Poi uno stop di qualche anno e quindi mi avvicinai al mondo del trotto. Alle aste comprai due puledri: Socrate Egral e Tango del Ronco e poi via, via gli altri..”

Finchè non è arrivato un certo Dimitri Ferm…

“Beh da proprietario qualche altra soddisfazione me l’ero già presa, basti pensare alle 10 vittorie consecutive di Solcio Zl e alla sua avventura al trotto montato anche in Francia. Certo Dimitri è stato il sogno che si è realizzato…”

La scelta come è arrivata?

“Da sempre ho un rapporto di Amicizia con Mauro Baroncini, anche in tempi non sospetti mi piaceva fare delle passeggiate a Divignano. Un giorno Mauro mi chiede di accompagnarlo presso l’allevamento Ferm di Cesare Canavesio per vedere dei puledri… Ne vediamo uno che si muove bene… è piccolino… perché nato un po’ tardi, ma proporzionato e davvero bello. Mauro mi dice “che facciamo”, io gli do carta bianca. Una breve trattativa con Canavesio e alla fine decidiamo di prenderlo, ma non da soli e così tiriuamo dentro in questa società lo stesso Canavesio e il nostro amico Renato Mercuri. Il resto è storia.”

Ma pur essendo degli ottimisti non potevate immaginare tanto…

“E’ vero, ma è altrettanto vero che alla seconda corsa in carriera a Torino gli vedemmo fare una cosa che non era da cavallo qualunque e a quel punto capì che potevamo iniziare a sognare. Poi sai, io sono un’ottimista di natura…”

E’ dificile gestire una proprietà divisa?

“Ma no, partiamo dal presupposto che c’è all’interno un tecnico come Mauro del quale tutti abbiamo la massima fiducia e poi essenzialmente ci divertiamo. Vivere i successi in quattro è sicuramente più appagante. A me è anche capitato di andare in trasferta da solo, ma non è lo stesso… Ora abbiamo anche una sorellina con la lettera G e quindi come vedi la compagine è più che collaudata.”

Le vittorie in serie, il ruolo di leader della generazione e poi il giorno fatidico: il derby: il primo vinto da Mauro Baroncini… Che emozione è stata?

“Ancora oggi indescrivibile. Pensa che me ne andai a vedere la corsa in un punto della tribuna di Capannelle dove non è che sio capisse molto rispetto al traguardo e sulle prime pensavo fossimo giunti secondi al punto che sbiancai un po’ in volto e una signora che era vicino a me mi chiese se era tutto a posto. Poi ho realizzato ed è stato un turbinio di emozioni…”

Poi però c’è stato un periodo più opaco, qualche passaggio a vuoto… Avete mai avuto paura da proprietari che il sogno stesse svanendo?

“La scelta di metterlo a riposo per qualche mese dopo il Derby fu collegiale. A posteriori si è rafforzata la mia convenzione che un cavallo fuori troppo a lungo dalla competizione, ancorché in allenamento, perda un po’ di “cattiveria” agonistica. La realtà è che in lavoro lui confermava ogni giorno di essere… Dimitri, ma poi in pista, per un motivo o per l’altro le cose non andavano bene. Poi è finalmente tornato per la gioia di tutti. Il secondo posto in Francia dietro Jushua Tree nel week-end dell’Amerique è davvero tanta roba e ci fa ben sperare…”

Al punto che l’obiettivo vero diventa il prossimo meeting?

“Adesso sicuramente andrà in pausa stalloniera anche perché abbiamo davvero molte richieste. L’obiettivo è riprenderlo a giugno ed è ovvio che l’obiettivo sia quello. Del resto, come si dice: Non bisogna mai smettere di sognare… Hai visto mai che quei quattro amici si ritrovino a festeggiare una volta di più di domenica sera in un bistrot parigino…

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