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Anche l’ippica ha la sua MaGiCa

Agli appassionati di calcio quando parli di “Magica” vengono in mente i colori giallorossi della
capitale, ma per quelli di ippica l’associazione è diversa, i colori sono il nero e l’azzurro, ma non
riguardano il mondo del pallone bensì una giubba che sta tentando di farsi largo nel variegato
universo del trotto.
“Ma.Gi.Ca” sta infatti per Maria, Giovanni, Caruso, figli d’arte, nel senso che la passione ippica
nasce da lontano, essendo stata ereditata dal papà…
“E’ vero – ci confessa senza alcun pudore Maria Caruso – mio padre era un ippico d’altri tempi, uno
di quei frequentatori di ippodromi che non avrebbe sfigurato nel film Febbre da Cavallo…
Appassionato, goliardico, col gusto per la scommessa. Ricordo, ad esempio, quando il fine
settimana si andava a giocare la schedina del Totip, ed è da lui che abbiamo ereditato questa
passione che da forse più dolori che gioie, ma con una di queste ultime che da sola può far
dimenticare tanti dolori e disavventure, sempre ippiche intendo. Oggi il nostro mondo è cambiato,
sicuramente non in meglio, ma siamo talmente appassionati da sperare che la situazione generale
possa migliorare.”
Il papà lavorava nel settore calzaturiero, Maria segue l’amministrazione di varie aziende, ma
soprattutto quella della scuderia con un marito titolare di una società multiservizi, mentre il fratello
Giovanni è ora in pensione dopo aver lavorato a lungo per la Banca d’Italia. Proprietari “doc”,
quindi, Ma sempre con quella passione che ha fatto da filo conduttore anche per vari aspetti della
vita privata.
“Ma si, basti pensare che mio fratello, lavorando con una certa elasticità, ha sempre avuto la
possibilità di prendere permessi e ferie mirate agli eventi ippici. Spesso la scelta della località dove
trascorrere le vacanze è stata legata alla vicinanza di un ippodromo in attività…”
Recentemente la “Magica” è salita alla ribalta per aver acquistato Eminem Font, un pluripiazzato
classico (terzo nel derby dello scorso ottobre) che sarà in pista domenica prossima nel Gran
Premio Città di Torino. Un investimento importante che segna un po’ un cambio di indirizzo nelle
strategie della scuderia…
“Diciamo che abbiamo voluto tentare un’esperienza nuova. Fino ad oggi abbiamo investito
essenzialmente sui puledri partendo dalle aste, la doma, l’addestramento, il debutto etc. Abbiamo
fatto qualche discreto cavallo, ma la nostra ambizione è quella di essere protagonisti sin da subito
in un Gran premio e quindi abbiamo tentato questa mossa così come quella di acquistare Eclissi di
Re Dr. Per un proprietario poter ambire a un grande traguardo è normale. Ecco ora domenica
parteciperemo per la prima volta a un Gran Premio e stiamo già festeggiando… Ovvio che non
abbiamo rinunciato all’idea di costruirci un campione sin da puledro e per questo abbiamo un paio
di fattrici per proseguire nella nostra esperienza con i puledri.”
All Prav, Bwana Gar e tanti altri… che tipi di proprietari siete?
“Anzi tutto siamo proprietari caratterizzati da un immenso amore per i nostri cavalli li amiamo e
siamo dell’idea che debbano star bene sia durante l’attività agonistica che dopo. Per questo li
seguiamo anche alla fine della carriera agonistica cercando per loro dei posti dove possano
trascorrere una bella vecchiaia ed essendo sempre pronti a non fargli mancare nulla. Riguardo ai
cavalli in corsa, anche quelli che sono lontani da Palermo noi siamo molto presenti. Ad esempio io
tengo i rapporti con i veterinari e mi confronto con loro ovviamente seguendo le indicazioni
dell’allenatore. Mi piace essere presente quando vengono ferrati, insomma non entriamo nel
merito tecnico tattico, ma ci siamo. Io conosco il carattere di ognuno e mi adeguo … a chi le carote
…a chi le mele…a chi solo zuccherini…poi però qualcosa di bello atleticamente me l’aspetto.”

A Palermo c’è un’altra scuderia con un Caruso che frequenta stabilmente il circuito dei Gran
Premi, un pizzico d’invidia?
“Ma no, non siamo parenti, ma comunque amici e ci incrociamo spesso. Anche loro sono due
fratelli molto appassionati. Nessuna rivalità, per noi sono invece un modello da seguire e speriamo
ora di poterne imitare i successi. Sarebbe già un sogno!”

Luigi Migliaccio

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